Anche se, su alcuni smartphone, esistono app in grado di registrare le telefonate in entrata e in uscita, è bene ricordare che non sempre la tecnica va nella stessa direzione della legalità. Proprio i cellulari sono, in gran parte dei casi, lo strumento con cui vengono violate le leggi penali; si pensi alla pubblicazione di una foto non autorizzata o di un video lesivo dell’altrui immagine, oppure si pensi all’utilizzo del microfono in un ambiente di lavoro o a casa altrui, laddove invece è vietato registrare conversazioni senza il consenso dei partecipanti.
Di qui, il ricorrente dubbio: è legale registrare le chiamate? Se, ad esempio, una persona con cui stai parlando al telefono dovesse, senza dirti niente, attivare il registratore vocale per conservare l’audio con la tua voce potresti denunciarla? Viceversa, se dovessi essere tu a registrare una telefonata per conservare le prove di una confessione e magari difenderti in tribunale commetteresti reato? Sei legittimato a pubblicare il file audio su internet in modo che tutti possano conoscere l’illecito commesso da altri?
Esistono numerose applicazioni che consentono di registrare una conversazione telefonica. Chiaramente, chi lo fa non lo comunica di solito all’altro interlocutore, sicché quest’ultimo rimane all’oscuro del fatto di essere “intercettato”. A cosa servirà il file audio? Le ragioni possono essere molteplici: tutelare un diritto in tribunale (si pensi alla confessione di un debitore che ammetta di dover pagare un certo importo), sporgere una querela (si pensi alle minacce subite al telefono).
Ebbene, sul punto, la Cassazione ha già avuto modo di spiegare che è possibile registrare una conversazione tra presenti, senza che questi abbiano mai dato un previo consenso, e quindi all’oscuro di ciò, purché:
- la registrazione non avvenga in luoghi di privata dimora altrui;
- alla conversazione partecipi anche il soggetto che registra (sarebbe illegittimo, quindi, lasciare una microspia e allontanarsi in un’altra camera, solo per far credere agli altri di non essere in grado di ascoltare le loro dichiarazioni).
Ebbene, questi stessi concetti possono essere integralmente trasposti alla conversazione telefonica. Sicché, si potrà ritenere che è lecito registrare una telefonata innanzitutto perché il luogo in cui si svolge il dialogo è “virtuale” e non rientra nelle quattro mura domestiche; in secondo luogo, perché alla conversazione partecipa anche chi sta registrando.
Secondo la Cassazione [1], la registrazione di una chiamata non fa altro che fissare, su una memoria elettronica, ciò che è già nostro, in quanto il nostro udito lo ha captato e lo ha “archiviato” nel cervello.
Insomma, poiché la conversazione diventa parte del nostro bagaglio di conoscenze, la registrazione su supporto digitale, magnetico, ecc. non è altro che una ripetizione di ciò che la nostra stessa memoria ha già compiuto: l’immagazzinamento di un fatto storico a cui abbiamo partecipato direttamente.
La registrazione di una chiamata può essere una prova?
Vediamo ora cosa è possibile fare con il file di una registrazione vocale, avvenuta per telefono o tra soggetti presenti nello stesso luogo. La giurisprudenza ha chiarito che le suddette registrazioni audio possono valere come prova anche se avvenute senza alcuna autorizzazione degli inquirenti. Ciascun cittadino è, quindi, libero di registrare una telefonata senza prima dover chiedere il permesso al Pm o alla polizia. Tu stesso potrai, quindi, alla prossima telefonata, attivare il registratore senza timore di commettere alcun reato.
Il fatto che sia lecito registrare una telefonata non vuol dire che del relativo file se ne possa fare qualsiasi uso. Ad esempio, anche se esso dovesse costituire la “prova provata” di un reato non sei autorizzato a pubblicarlo. Puoi cioè farlo valere nelle opportune sedi, depositarlo in Procura della Repubblica o dai Carabinieri, oppure utilizzarlo nel corso di una causa civile (ad esempio, nel giudizio contro la tua ex moglie che ha giurato di non farti mai più vedere i bambini), ma ciò non ti autorizza a mettere alla pubblica gogna il responsabile. Se dovessi comportarti in tal modo, potresti essere a tua volta denunciato per «interferenze illecite nella vita privata altrui»: si tratta di un reato che ti può costare dai 6 mesi ai 4 anni di reclusione.
FONTE: https://www.laleggepertutti.it/357921_e-legale-registrare-le-chiamate